Review Party “La grazia dei re” di Ken Liu

Link per l’acquisto: La grazia dei re

Buon pomeriggio amici del labirinto!

Eccoci ancora una volta pronte a presentarvi un nuovo libro, una delle nuove perle targate Oscar Fantastica della Mondadori,

che ringraziamo per permetterci la lettura anticipata dei suoi titoli.

Se siete amanti delle storie di guerra e di misteri e volete immergervi in un mondo lontano La grazia dei re,

primo volume della trilogia “La dinastia del dente di leone” e vincitore dei prestigiosi premi Hugo, Nebula e World Fantasy, fa proprio al caso vostro.

Ma vediamo un po’ più nel dettaglio come ho trovato io il libro!

Parto con il dire che il lettore che intende avvicinarsi a La Grazia dei re non si troverà di fronte ad un fantasy classico in cui magia e creature fantastiche la fanno da padrone,

ma piuttosto in quello che viene definito Silkpunk, genere a confine tra il fantasy e la fantascienza.

Già nelle prime pagine veniamo trasportati nelle terre di Dara,

un arcipelago formato da tante isole e di conseguenza tante culture diverse riunite sotto il potere dell’imperatore Madidéré,

che amministra sotto il suo vessillo popoli solo in apparenza in pace, ma che nascondono giochi di potere e vendette verso un governo assunto con l’inganno.

La prima parte del libro, che personalmente ho trovato un po’ lenta, oltre a fare una panoramica sulle isole di Dara,

ci presenta ad uno ad uno tutti i personaggi principali, le pedine pronte a darsi battaglia su una scacchiera che urla sangue e libertà; battaglia che si dipanerà nella seconda metà del libro,

che riprende quota e riesce a coinvolgere il lettore il quale, pagina dopo pagina,

non potrà fare a meno di andare avanti e scoprire quale sia la strategia vincente per la conquista della vittoria, militare, ma anche e soprattutto sociale.

Tra i numerosi personaggi ad emergere come protagonisti assoluti sono Kuni Garau, giovane perdigiorno che affronterà in primis un percorso di crescita personale,

e Mata Zyndu, ultimo erede legittimo di una prestigiosa dinastia.

I due giovani a circa metà romanzo si sentiranno tanto vicini da considerarsi “fratelli”,

nonostante siano estremamente diversi, ed il finale del libro evidenzierà ancora di più questa diversità.

“Ti atteggi a sciocco e a scansafatiche, ma io ho visto il tuo cuore. Un fiore così splendente e tenace non sboccia nell’oscurità”

Per quanto infatti, essi siano uniti nel combattere la stessa guerra contro l’imperatore, sono estremamente lontani sulla gestione del mondo dopo Madidéré.

Kuni è uno stratega, ha carisma, ed è a favore della ribellione per cambiare il mondo e la società,

mentre Mata, rivendicando anche diritti di sangue vorrebbe semplicemente ristabilire l’ordine nel mondo rendendo onore ai sovrani ingiustamente deposti.

Questa dualità di visuali tra i due può essere racchiusa nella metafora floreale che li avvicina e allontana in tutto il romanzo: Kuni è un dente di leone, semplice, umile e fragile ma capace di insediarsi e spaccare anche il terreno più duro.

Mata è invece personificazione del crisantemo, fiore che compare anche sul vessillo del suo casato, nobile e fiero.

E sono proprio i due fiori, e gli uomini ad essi associati, ad aprire un dibattito sulla moralità delle scelte e delle idee dell’uno e dell’altro,

come a sottolineare che non esiste verità e moralità assoluta, ma molteplici sfaccettature diverse che cambiano e si mostrano in base al punto di vista del narrante.

Tra strategie e battaglie, del mondo fantasy vero e proprio ci rimangono le aereonavi volanti in Bambù, le Balene Corazzate (Liu avrà preso ispirazione dagli orsi corazzati di Pullman?!?) e la presenza delle divinità,

che forse sono l’elemento che mi ha in parte convinto di più: ho apprezzato la loro “intromissione” nella vita dei protagonisti,

non potendo manovrare direttamente le vicende, ma mi è mancata la verve comica e carismatica che magari avrebbe alleggerito l’intero romanzo.

Lo stile di scrittura è asciutto, lineare, caratterizzato da numerosi periodi brevi ben costruiti e descrizioni ben dettagliate.

Ottima la capacità dell’autore di costruire un romanzo mantenendo l’impianto e le basi di vicende storiche d’ispirazione relative alla dinastia Han del II sec. d. C.

Tuttavia, resta la complessità di un libro veramente sui generis, che difficilmente consiglierei su ampia scala.

Personalmente, seppur nella seconda parte migliora, ho fatto un bel po’ di fatica a finirlo, ma il finale mi ha comunque lasciato con il fiato sospeso invogliandomi ad attendere il secondo volume…

Prima di concludere, volevo ringraziare di cuore Beatrice e Yelena che mi hanno concesso di partecipare a questo Review Party.

Grazie davvero ragazze!

VOTO FINALE: 4/5

Classificazione: 4 su 5.
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