Buon pomeriggio amici del labirinto!!!
Oggi vi voglio parlare di un libro molto particolare, che a dirvi la verità, mi ha suscitato curiosità in primis grazie alla sua fantastica, olografica e nerdissima copertina: Cosplaygirl opera prima di Valentino Notari, notissimo cosplayer italiano.
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Pagina dopo pagina mi sono innamorata di Cosplaygirl, libroche ho divorato veramente in pochissimi giorni!!!
Protagonista della storia è Alice, una ragazza timida e introversa che trova nel creare Cosplay (per i non addetti ai lavori “Cosplay” è un neologismo nato intorno alla metà degli anni Settanta dalla fusione di due parole inglesi: “costume”, che non ha bisogno di traduzioni, e “play”, qui usata nel doppio significato di giocare e di recitare, interpretare) la sua ancora di salvezza e punto di contatto con il mondo.
Trasferitesi a Roma per l’università da un piccolo paesino terremotato dell’Abruzzo, è proprio grazie alla sua passione per l’interpretazione di personaggi di cartoni e fumetti, che stringe le prime amicizie e i primi amori in un ambiente nuovo e stimolante che non smette però di farla soffrire. Ma la sofferenza nasconde la più grande delle gioie per Alice, che proprio attraverso la sua più grande passione scoprirà se stessa…
Non voglio prolungarmi ulteriormente sulla trama dei Cosplaygirl, che grazie a Valentino e alla Mondadori, abbiamo potuto leggere in anteprima, per lasciarvi le mie impressioni.
Il libro è scritto in maniera magistrale, la scrittura è scorrevole, l’impostazione del racconto autobiografico fa ripensare alle pagine di un diario, i personaggi sono caratterizzati perfettamente ed è impossibile non provare empatia con essi.
Durante la lettura mi sono impersonata con estrema facilità nei panni di Alice, che come me condivide la sua vita con un peluche di Pikachu da quando ha sei anni (ebbene si, vi ho confessato un segreto!XD), riuscendo a provare quasi i suoi stessi sentimenti e le sue stesse fragilità; fragilità che diventano per Alice il più grosso punto di forza nel processo di Catarsi che la porterà a Federica, conosciuta nel mondo dei cosplay come Sweet Pea, caratterialmente opposta, ugualmente debole.
La capacità di parlare di temi sensibili quali la depressione, l’inclusione sociale, la discriminazione e l’omofobia in maniera estremamente leggera, ma incisiva, di Valentino rendono il libro gradevole e di facile lettura,forse un buon modo per trasmettere anche ai più piccoli il vero significato della parola amore.
Cosplaygirl é libro che vi consiglio vivamente anche se non siete propriamente dei nerd, e, per stuzzicarvi ancora un po’ vi lascio una piccola chicca!!!
“DUE CHIACCHIERE CON….. VALENTINO NOTARI”
1. Ciao Valentino, inizierei da una domanda semplice, ma credo alla base dell’ispirazione che ti ha permesso di scrivere Cosplaygirl. Da dove nasce il tuo amore per i videogiochi? E quali sono i tuoi preferiti?
1.Sono un videogiocatore fin da quando ero bambino, è uno di quei passatemi su cui sono in grado di spendere ore e ore del mio tempo senza annoiarmi. Prediligo soprattutto gli RPG, ma in realtà gioco a quasi ogni genere di videogame. I miei preferiti sono World of Warcraft, Cyberpunk 2077, The Last of Us e Horizon Zero Dawn, ma ce ne sono anche tanti altri, come i due Spider-Man per PS4 e praticamente qualsiasi gioco ambientato nel mondo di Star Wars.
2. Cosa ti ha fatto appassionare al mondo del Cosplay?
2.Direi un insieme di cose, non saprei fare un vero elenco, ma una cosa è certa: è stato amore a prima vista. Ricordo molto bene la sensazione che ho provato la prima volta, trovandomi in mezzo ai personaggi che amavo da sempre. Non sapevo neanche che si chiamasse “cosplay”, ma pensai subito: “Voglio farlo anch’io!” . All’epoca ero a malapena in grado di cucire a mano, ma mi misi di impegno e con l’aiuto di mia zia e di una sarta creai i miei primi costumi. Un ruolo molto importante l’hanno avuto senz’altro le persone che ho conosciuto e le amicizie che ho stretto all’inizio, alcune delle quali sono diventate negli anni tanto importanti da arrivare a considerarle famiglia. Con loro ho condiviso l’adolescenza e tutto ciò che è venuto dopo, un legame indissolubile nonostante lo scorrere del tempo e che sopravvive ancora oggi.
3. Quale è stato il primo personaggio che hai reso reale e la prima fiera a cui hai partecipato?
3.Obi-Wan Kenobi, nella versione de La Minaccia Fantasma, a Romics 2002. Andai in fiera assieme a uno dei tanti fan club di Star Wars, con un costume (orrendo) comprato su internet e una spada laser costruita con una racchetta da sci modificata. La “lama” era fatta avvolgendo nastro isolante azzurro lungo l’asta e per l’elsa avevo dipinto un tubo idraulico. Nonostante fosse oggettivamente tutto molto raffazzonato, ne ero fierissimo e fu una di quelle giornate magiche col potere di cambiarti la vita per sempre. E oggi, quasi vent’anni dopo, direi che lo è stata. Lo è stata eccome.
4. Passiamo ora a delle domande relative al libro! Francesca (littleNerdInBookland) è abruzzese e voleva ringraziarti per aver mostrato la realtà dei terremotati ormai dimenticati.. Hai vissuto anche tu questa esperienza come Alice?
4.Questo mi rende davvero felice, grazie dal profondo del cuore a Francesca. Non ho vissuto in prima persona il terremoto, ma ho conosciuto quella realtà grazie al mio lavoro con Emergency e sono rimasto profondamente colpito dalla forza e l’umanità delle persone che ho incontrato. Mi trovavo sul lago di Campotosto mentre buttavo giù le primissime idee per Cosplay Girl e lì ho conosciuto una tessitrice, Assunta Perilli, che mi ha parlato a lungo della tradizione della tessitura del lino. E così è nato il personaggio del nonno di Alice e l’idea di farle tessere da sé la stoffa per il costume, ma soprattutto l’occasione per me di raccontare la quotidianità delle popolazioni terremotate, di cui si parla davvero troppo poco. E’ un aspetto del libro a cui tengo da morire.
5. Alice e Valentino cosa hanno in comune? Come è nata e si è sviluppata la tua collaborazione con Licia Troisi?
5.Alice è molto simile a me a livello caratteriale: è paranoica, parla spesso prima di pensare e ha un passato di bullismo che l’ha spinta a procurarsi tagli sulle braccia, un qualcosa che ha fatto parte della mia vita per molto tempo durante l’adolescenza e nel periodo in cui andavo all’università. Ho messo tanto della mia esperienza nella sua storia, anche se per tanti versi siamo comunque due persone molto differenti. Per quanto riguarda Licia Troisi, sono un suo fan da sempre. La mia copia di Nihal della Terra del Vento è consumata oltre ogni immaginazione e credo di essere stato uno dei primissimi cosplayer di Sennar. E’ una delle mie scrittrici preferite in assoluto e mi ha riempito di felicità che sia stata lei la prima a leggere la versione definitiva di Cosplay Girl. E’ davvero un onore immenso.
6. Durante la scrittura, c’è stata una parte del libro che ti ha dato qualche difficoltà? e dal tuo punto di vista, che impatto hanno avuto i social network/ social media sul mondo dei cosplay?
6.La stesura del libro è stato un autentico tour de force (in senso buono!). Lo slancio di ispirazione che mi ha accompagnato durante tutto il processo è stato costante, forse proprio perché raccontavo dal punto di vista di una protagonista così vicina a me. I grattacapi più grandi me li ha dati il personaggio di Sara, che ci ho messo più di un tentativo a inquadrare e caratterizzare come volevo. Devo confessare che, però, alla fine sono rimasto molto soddisfatto, specie del dialogo tra lei e Alice nell’ultimo capitolo, e devo molto alla guida e le indicazioni del mio agente Francesco Gungui e della mia editor Simona Casonato, che mi hanno spinto a migliorare il testo sempre di più, con un’attenzione ai dettagli davvero certosina. Parlando del discorso social network, l’impatto è stato enorme: ciò che prima era circoscritto all’interno di fiere del fumetto e forum specializzati, ha trovato un territorio fertile per propagarsi a livello globale, mettendo in comunicazione cosplayer, fotografi e appassionati di tutto il mondo. La natura prettamente visiva del cosplay ha fatto il resto, ma di certo l’avvento di Facebook prima e di Instagram e TikTok poi hanno contribuito in maniera sostanziale all’aumento vertiginoso della popolarità di questo fenomeno.
7. I pregiudizi che colpiscono la protagonista sono quelli che subiscono ogni cosplayer, anche in forma e in misura diversa, che porta avanti la propria passione? Tu stesso hai dovuto subire tali pregiudizi?
7.Assolutamente sì. Ognuno ha la propria storia personale, ovviamente, ma le dinamiche raccontate nel romanzo sono estremamente veritiere. Le vicende sono frutto della mia fantasia, ma i meccanismi sociali su cui si basano sono reali e di natura duplice: da un lato c’è il pregiudizio dei “normies”, persone esterne all’ambiente che spesso giudicano il cosplay un passatempo infantile; dall’altro, le dinamiche tossiche che si instaurano all’interno della community, come la diffusa tendenza allo slutshaming nei confronti delle cosplayer che si dedicano a versioni erotiche dei personaggi, che poi è quello che accade a Fede nel libro. Uno dei temi su cui ho lavorato tanto è proprio il superamento di questi pregiudizi: Alice inizialmente detesta le cosplayer come Fede, ma conoscendola meglio e cimentandosi anche lei in quel genere di fotografia, scopre che non c’è niente di male e, anzi, può essere un potente strumento di empowerment e crescita personale. Si tratta di un percorso che, con le dovute differenze, ho fatto anche io.
Ringraziamo immensamente Valentino per la sua infinita disponibilità e dolcezza, Irene per l’organizzazione dell’evento e la Mondadori che ci ha fornito la copia digitale del libro!
-Fe