Rp “ Gli inganni di Locke Lamora”

Buon pomeriggio amici del Labirinto!

Oggi voglio parlarvi de “Gli Inganni di Locke Lamora”,o meglio del primo volume di una trilogia, non nuovissima ma che forse solo ora sta trovando la giusta visibilità sul mercato italiano; la saga in questione è quella de “I bastardi Galantuomini” di Scott Lynch.

Link per l’acquisto: “Gli inganni di Locke Lamora”


Edita nel 2006 per il pubblico Inglese, nel 2007 sbarcò in Italia grazie ad Editrice Nord, che però perse poco dopo i diritti sull’autore troncando la saga al secondo volume (“I Pirati dell’Oceano Rosso”, di cui parleremo meglio il 12 Dicembre) mettendolo fuori catalogo, rendendo così l’autore e la sua opera per lo più sconosciuta ai lettori italiani, con le copie ormai reperibili solo sui banchi dei mercatini dell’usato/reminders.


Tutto ciò fino a quest’anno quando Mondadori ha acquisito i diritti dell’opera e ha consegnato tra le nostre mani l’intera trilogia.

Ma veniamo al dunque e dopo questo breve excursus torniamo al nostro carissimo Locke Lamora.

«Ho da proporti un affare!» esordì il Forgialadri, forse infaustamente.

La vicende narrate in “Gli inganni di Locke Lamora” sono ambientate a Camorr, una città immaginaria costituita da numerosi isolotti/quartieri ed un dedalo di canali che si intersecano e permettono ad una variegata popolazione di spostarsi da un lato all’altro della città per governare, commerciare e… rubare.

I ladri sono infatti numerosissimi nella città sormontata dalle torri di vetro, baluardo delle cariche istituzionali cittadine, ed è proprio tra le schiere dei ladri che si annida il nostro protagonista, Locke Lamora

Locke però non è un ladro come i tanti che affollano la città.

Egli è un Bastardo Galantuomo, un sacerdote del Disonesto Tutore, tredicesima divinità che si affianca alle dodici ufficiali del Pantheon, ed è cresciuto insieme ai suoi compagni di avventura nel retro di un edificio sacro, in apparente povertà sotto la tutela di Padre Catena, che nella segretezza del Tempio di Perelandro ha istruito i suoi discepoli ad essere contemporaneamente più persone in un perfetto gioco di trasformismo e abilità di persuasione, capacità altamente fondamentali per mettere a segno colpi preziosi e… proibiti.

Il vecchio ladro non è infatti del tutto d’accordo con le leggi che governano la malavita Camorriana secondo cui tutti i ladri devono prestare giuramento ad un Capa e rispettare la Pace Segreta, che promette tollerabilità ai furti, a patto che questi non siano ai danni della nobiltà cittadina.

I bastardi Galantuomini contravvengono in segreto a tale Pace, con l’escamotage della truffa, e negli anni hanno accumulato notevoli ricchezze, ma ancora più del denaro tra loro si crea e si cementa un’amicizia che va molto oltre il freddo cameratismo. 

E così Locke Lamora da perfido ragazzino diventa la mente della banda di ladri più scaltra dell’intera città, affiancato da Jean Tannen, suo braccio destro, figlio di mercanti e con un amore viscerale per le sue Sorelle Malefiche, i gemelli Sanza, autentici attaccabrighe e ottimi distrattori, Sabetha (presunta love story di Locke, che nel primo volume non incontriamo mai direttamente) e il piccolo Cimice, ultimo arrivato nella banda e con ancora l’idea d’immortalità nella testa.

Tutto sembra scorrere liscio per i Bastardi, che stanno per compiere l’ennesima truffa, ma il pericolo si cela nell’ombra, dietro la leggenda di un misterioso Re Grigio che brama sangue e vendetta….

Non voglio però dilungarmi oltre sulla trama, ma parlarvi di quanto abbia trovato brillante “Gli inganni di Locke Lamora”

A creare dipendenza sono sicuramente i personaggi: empatici, ben descritti, ben caratterizzati, a cui è impossibile non affezionarsi retti da un intreccio e un linguaggio che rende la lettura scorrevole e coinvolgente.

Lynch divide la storia in presente e passato mediante l’utilizzo di capitoli interposti che senza dubbio contribuisce a creare l’empatia con i personaggi a cui mi riferivo poco prima.

Se i capitoli del “presente” ci raccontano ciò che i Bastardi stanno architettando per mettere a segno l’ultimo colpo, quelli nel passato ci raccontano chi sono, come sono cresciuti e cosa li ha resi tanto pericolosi quanto affascinanti.

Ed insieme all’evoluzione dei personaggi in questo elegante e continuo rimbalzo temporale osserviamo l’evoluzione di Camor, una città che non è solo uno sfondo, ma parte integrante della vicenda, cresce e muta con loro così come con i poteri che la governano e che tessono ed intrecciano le loro tele con ladri e furfanti, alchimia e magia.

A rendere ancora più vivido e reale il racconto contribuisce lo stile di scrittura dell’autore.

Il romanzo racchiude in sé stili e costruzioni linguistiche che adattano i registri ai diversi luoghi e alle diverse situazioni in cui si svolge l’azione.

Si passa così da linguaggi raffinati e cerimoniali a un parlato più semplice, più volgare e crudo, tipico di sobborghi e periferie malfamate.

Anche la lingua si evolve con il personaggio e con la storia rendendo i Bastardi Gentiluomini una saga che o la si ama o la si odia… io il primo volume l’ho amato e non vedo l’ora di scoprire cosa succederà nel secondo volume!

Prima di salutarvi, vi lascio questa piccola perla animata dedicata al libro:

Ringrazio OscarVault Mondadori per avermi dato la possibilità di leggere “Gli inganni di Locke Lamora”, un romanzo con una affascinante storia, di cui potete leggere altri pareri sui blog delle mie colleghe elencate qui sotto:

-Non solo libri

-Fenice fra le pagine

-Hope and paper

-Il mondo di sopra

IL MIO VOTO: 4,5/5

Classificazione: 4.5 su 5.

-Fe

/ 5
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