RP “La guerra dei papaveri” di R.K Kuang

Buon pomeriggio amici del labirinto!

Eccoci con una nuova recensione in cui vi parlerò di un libro che mi ha trasportato in una nuova dimensione e che mi ha talmente catturata nella lettura da non riuscire a mollare le pagine neppure per un secondo; sto parlando del libro “La Guerra dei papaveri” di R.K Kuang.

L’ultimo libro che mi aveva rapito così tanto era stato “Il Priorato dell’Albero delle Arance”, ma posso affermare senza ombra di dubbio che “La Guerra dei Papaveri” (titolo originale “The Poppy War“) si è guadagnata in pieno un gradino sul mio podio di letture del 2020!

Ma andiamo più nel dettaglio…

Link per l’acquisto: La guerra dei papaveri

Primo di una trilogia il cui secondo volume è già edito in USA, R.K. Kuang ci trasporta in Oriente, in un regno immaginario sospeso tra la Cina e il Giappone, dove Dei e Uomini possono essere più vicini di quanto immaginiamo.

Protagonista della storia è Rin, orfana di guerra adottata da una famiglia di speziali in una remota regione del Nikan.

Per sfuggire alle schiavitù cui è sottoposta e ad un matrimonio combinato la giovane si impegna, grazie all’aiuto del vecchio maestro Feyrik che accetta di prepararla in cambio di alcuni semi di papavero, a superare il Keju, un difficilissimo esame il cui superamento permette l’ingresso alla Sinegard, una prestigiosa accademia militare atta a formare la futura classe militare e dirigente del paese e che potrebbe cambiare per sempre la sua vita.

Dopo una prima parte in cui la giovanissima autrice si concentra su una accurata caratterizzazione dei personaggi, che sono veramente ben costruiti e capaci di generare empatia nel lettore (ho amato e odiato Rin non so quante volte nello stesso capitolo), il romanzo procede spedito, attraverso le lezioni dell’Accademia, le antipatie tra compagni, le discriminazioni nei confronti di Rin e la sua intenzione sempre più forte di trovare il suo posto nel mondo, verso la guerra, quella vera.

La guerra non è inserita solo nel titolo per attirare i lettori, ma è presente, è viva, brutale e “brucia” in più della metà del libro.

Ed è proprio nella guerra che Rin finalmente trova il suo posto.

Allieva del maestro di demologia Jiang, personaggio eccentrico e divertente, ma estremamente profondo, quando la battaglia bussa alle porte di Sinegard ha da poco consapevolezza delle sue capacità sciamaniche.

Tutto si fa chiaro però quando i fumi della guerra la circondano completamente e dentro di se non ha altre risorse da spendere se non quelle legate al divino, alla divinità che l’ha scelta, la Fenice, dea dell’ormai quasi scomparso popolo Speerliano.

Ultimi due discendenti di questo forte e leggendario popolo sono infatti il misterioso Altan, giovane di qualche anno più grande di Rin e vera leggenda dell’Accademia, e Rin stessa che scoprirà così finalmente le sue origini.

Le vicende belliche la porteranno ad essere assegnata proprio alla divisione dell’esercito comandata dal giovane Altan: la tredicesima divisione, la più misteriosa di tutte, quella dei cike, spietati assassini/sciamani alle dirette dipendenze dell’Imperatrice, protetti e guidati nelle loro azioni dagli dei del panteon.

La guerra evidenzierà tutto il potenziale di Rin, che anche se inizialmente con riluttanza, finirà per abbracciare in pieno il misterioso mondo dei Cike e anche quando la guerra sembrerà finire, lei percepisce che c’è qualcosa di più grosso in gioco e che la chiave di volta potrebbe essere dentro di se.

 “La Guerra dei Papaveri” è un fantasy che abbandona un po’ la fascia di lettori adolescenti per spingersi verso gli adulti, per la cruda realtà di alcune scene e degli argomenti trattati.

La Kuang dimostra una grande abilità nel fondere perfettamente due mondi all’apparenza lontani come quello della magia e quello della guerra e lo fa brillantemente, con uno stile di scrittura divino che trascende la lettura, che convince il lettore che tutto ciò sia reale, che ci sono uomini e dei, che essi possano essere in contatto e assorbirne la forza.

Molte altre sono le tematiche che l’autrice affronta nel testo e che lo rendono “adult”.

Dai disagi psicologici che Rin, ma non solo, manifesta, alla ricerca di libertà ed indipendenza in un mondo in cui essere donna è difficile, all’utilizzo degli stupefacenti, che vengono analizzati in tutta la loro pericolosità anche quando rappresentano l’unico mezzo per evadere, per trascendere e raggiungere il potere, ma a caro prezzo.

Lo stile di scrittura chiaro, asciutto, colloquiale incanala il lettore nelle oltre 500 pagine del romanzo in maniera vorticosa per raggiungere la fine senza fiato, lasciandolo in trepidante attesa di scoprire cosa accade dopo.

L’edizione è favolosa, con una copertina che racchiude in se gli elementi chiave della storia: semplicità, linearità, sorpresa.

La semplicità delle linee, del fondo bianco su cui si innalza una guerriera di fumo e l’incisione “Donna. Guerriera. Arma. Dea.”

“La guerra dei papaveri” trasporta il lettore in una dimensione epica che lo accompagnerà durante l’intera lettura.

In conclusione una nota di merito va anche a Mondadori, che credo si sia ancora una volta superata con l’edizione italiana di questo romanzo.

Ringrazio Mondadori per avermi omaggiato della copia e Silvia del blog “Di Corvi e scrivanie” per avermi permesso di partecipare a questo Review Party!

IL MIO VOTO: 5/5

Classificazione: 5 su 5.

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