Buon lunedi Bookish!
In questa settimana dedicata ai classici vogliamo trasportarvi nella Parigi di metà 800, nella Parigi dei cosiddetti Poeti Maledetti.. e chi meglio di Charles Baudelaire, uno dei maggiori esponenti della corrente letteraria del tempo, può farci da guida?
L’opera di cui parleremo è uno scritto, un saggio, molto particolare di Baudelaire, I Paradisi artificiali.
L’opera, edita nel 1860 con il titolo originale “Les Paradis artificiel”, racchiude diversi saggi in cui l’autore illustra gli effetti del vino, dell’ashish e
dell’oppio, le droghe capaci di costruire nella mente del poeta veri e propri paradisi artificiali.
Il saggio non è però, come si potrebbe pensare, un invito all’uso di sostanze stupefacenti, ma anzi un invito a non cadere nella loro fugare e pericolosissima bellezza.
Le immagini create dall’alcool e dagli oppioidi infatti, sono solo false illusioni destinate a svanire presto, ma tuttavia, per l’artista che segue i principi superiori dell’arte, sono necessarie per il processo di creazione
-FairFe-
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